I laboratori di storia orale vedono gli studenti del territorio (in particolare il liceo Benedetti-Tommaseo di Venezia, il liceo dal Piaz di Feltre e il liceo Gaileo Galilei di Dolo) diventare protagonisti di un nuovo modo di fare storia, al fine di creare una memoria collettiva e fruibile a tutti. Gli studenti diventeranno raccoglitori di memorie e di testimonianze dirette imparando prima di tutto le tecniche dell’ascolto e dell’intervista.
L’obiettivo principale è quello di recuperare le radici acquatiche dei Veneziani e di coloro che vivono Venezia, attraverso le storie minori, quelle che di solito non finiscono nei libri. Gli studenti saranno consapevolmente indirizzati al recupero, alla ricostruzione e alla comprensione del passato e, nello specifico, del rapporto dei cittadini con l’acqua. Ma come si raccolgono e si valorizzano le memorie storiche? Nel nostro caso lavoreremo sulle fonti orali. Fonti che vanno valorizzate e ritenute attendibili quanto quelle scritte. Ma cosa si intende per fonte orale?
«La fonte orale si costruisce attraverso un racconto sollecitato da un’intervista, un’interrogazione a qualcuno che possa dire qualcosa su un determinato avvenimento, su un determinato periodo, ponendo quindi in primo piano il punto di vista individuale, con tutti i problemi e le implicazioni di una tale scelta, legati anche alla memoria»
Antonella Fischietti, in Fonti orali. Istruzioni per l’uso, 2008
Quello delle fonti orali è un terreno delicato: sono fonti che creano non pochi problemi perché in esse si sovrappongono coordinate come quella della soggettività del testimone, e dei meccanismi ricordo-oblio che caratterizzano la memoria. La pratica dell’intervista si apprende esercitandola. Ci sono degli elementi metodologici che comunque vanno appresi, e a questo serviranno i laboratori. Poi gli studenti, sotto la supervisione di esperti, costruiranno e gestiranno la relazione di fiducia con i loro testimoni in autonomia. L’inter-vista è uno scambio non solo di parole, ma di sguardi e di gesti, di ‘non-detto’, di silenzi e di storie. Bisogna essere predisposti all’ascolto e essere grati che la persona che abbiamo di fronte ci stia affidando una parte di sé. Il testimone ha piacere di raccontarsi, ma ha in sé anche la fatica del raccontare.
Gli esperti che collaboreranno al progetto sono: il
Professor Alessandro Casellato (professore associato a Ca’ Foscari, dove tiene un corso di storia orale), la
Professoressa Cinzia Crivellari (docente a contratto a Ca’ Foscari, si occupa di didattica della storia) e Antonella De Palma. Quest’ultima dirige la
Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino, sezione veneziana dell’omonimo Istituto con sede a Sesto Fiorentino (FI). Si occupa della conservazione e della valorizzazione delle fonti orali. In passato si è interessata al rapporto degli abitanti di Venezia con l’acqua e degli effetti dell’acqua alta del 1966, intervistando, trascrivendo e poi archiviando svariate testimonianze dirette. Antonella, esperta raccoglitrice darà alcuni consigli agli studenti per le loro ricerche sul campo. Ha pubblicato parte delle sue ricerche sul tema all’interno del volume ‘Una città. Venezia, la memoria dell’acqua, a c. di Antonella De Palma e Sandra Savogin, Società di mutuo soccorso Ernesto de Martino, Venezia 2009’.
Questo articolo è stato scritto da Valentina Lisi, Tutor del Laboratorio di Storia Orale AquaGranda